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SALUTE dei DENTI, FITOTERAPIA e OMEOPATIA NEI DISTURBI PIU' COMUNI

I DENTI: IGIENE ORALE 

FITOTERAPIA, RIMEDI POPOLARI, NATURALI

  OMEOPATIA

Collutori e dentifrici “homemade”

 


 

QUALI SONO I DISTURBI DEI DENTI PIU’ FREQUENTI?

 

LA CARIE. E’ il disturbo più frequente e quelle persone che non ne sono mai state affette sono una minoranza. La carie erode lentamente il dente fino a distruggerlo. E’ a causa delle carie che si verifica la maggior parte delle infezioni, delle infiammazioni delle gengive e delle altre strutture di sostegno del dente.

 

L’ASCESSO si verifica quando i batteri penetrano nel varco aperto dalla carie, raggiungono la polpa e la infettano. La gengiva si gonfia, fa male e spesso si forma un canale (fistola) che funziona da valvola di sfogo per l’infezione.

 

IL GRANULOMA è una specie di nodulo che si forma attorno all’apice della radice del dente come reazione ad una infezione. Pur non provocando dolore può rappresentare una pericolosa fonte di ulteriore infezione per diffusione ad altri organi.

 

LA GENGIVITE è l’infiammazione delle gengive e può essere considerata una prima fase, ancora reversibile, della piorrea alveolare. Le gengive sono gonfie, molli e sanguinano facilmente.

 

LA PIORREA ALVEOLARE O PARODONTITE. E’ l’infiammazione del parodonto, il tessuto che avvolge la radice del dente e che lo ancora alle gengive. Lo spazio tra le gengive è infiammato e forma delle sacche di pus dove si annidano i batteri. A lungo andare i batteri provocano il distacco dei tessuti gengivali. Nei casi più gravi di piorrea il dente perde il suo ancoraggio, dondola e poi cade. 


LA PLACCA è una pellicola che si forma sui denti, costituita principalmente da batteri che trasformano i residui di cibi (soprattutto zuccheri e carboidrati) in acidi dannosi per denti e gengive. E’ come avere in bocca un fabbrica che produce acido in continuazione, per questo è importante l’igiene orale che interrompe la produzione.

 

IL TARTARO. È placca calcificata e a differenza della placca, quasi trasparente, è visibile con incrostazioni giallognole. Il tartaro facilita l’annidarsi dei batteri responsabili della carie e può irritare le gengive.


MALOCCLUSIONE. Si verifica quando l’arcata dentaria inferiore è retrocessa o sporgente rispetto all’arcata superiore. Generalmente è raro trovare un’occlusione perfetta; nella maggior parte dei casi vi sono alcuni denti non allineati che non causano grandi problemi. Il difetto, quando è accentuato provoca problemi a livello estetico ma anche nel parlare e nel respirare, nei casi più gravi. Da molti dentisti è ritenuta una concausa del bruxismo, digrignamento notturno dei denti.

 

IGIENE ORALE E CARIE

La mancanza di igiene orale non è sicuramente l’unica causa a cui imputare la formazione della carie, infatti non si spiegherebbe il fatto che alcune popolazione ne siano immuni nonostante non conoscano l’uso di spazzolini e dentifrici. Sicuramente però, se consideriamo la nostra alimentazione,  dobbiamo convenire che una buona igiene orale è comunque un’arma affidabile per contrastare l’insorgenza della carie.

E’ importante interrompere l’azione dei batteri per impedire la formazione della carie con una pulizia che, consigliano i dentisti, deve essere di 2/3 volte al giorno.

Si consiglia l’uso dello spazzolino con punte arrotondate (per non irritare le gengive), le setole devono essere morbide e deve essere sostituito almeno ogni 2 mesi; oltre allo spazzolino viene consigliato l’uso del filo interdentale e  del collutorio.

 Considerando il contenuto in parabeni ed alcool nei collutori in commercio, io opto per uno naturale, da conservare in frigorifero (meglio ma non obbligatorio) con l’aggiunta di un pizzico di sale per allungarne la conservazione.

 Un collutorio naturale? Con gli oli essenziali è possibile disinfiammare le gengive, ad esempio con il TEA TREE che è un antibatterico: 2 o 3 gocce in un dito d’acqua per  gargarismi e sciacqui,  in caso di gengive sanguinanti e  mal di gola. Oppure si può fare un collutorio “homemade” con acqua bollita (un bicchiere) o distillata, mezzo cucchiaio di bicarbonato di sodio (sbiancante, alcalinizza il cavo orale e rinfresca l’alito), 4 gocce di olio essenziale di menta piperita e 4 gocce di olio essenziale di mirra (o tea tree). Eventualmente è possibile sostituire il tea tree con l’olio essenziale di salvia o di chiodi di garofano. Conservate il collutorio in una bottiglietta di vetro.

 

E  un dentifricio “fai da te”? Nel web ho trovato questa ricetta che mi sembra molto interessante: 40 grammi di argilla verde ventilata (erboristeria), 3 grammi di foglie di salvia essiccata e polverizzata, 7 gocce di olio essenziale di menta piperita, 7 gocce di olio essenziale di salvia, 7 gocce di olio essenziale di tea tree, 5 gocce di olio essenziale di chiodi di garofano e acqua distillata quanto basta.

Amalgamare bene l’argilla con le foglie di salvia polverizzate, aggiungere l’acqua fino ad ottenere un impasto della stessa consistenza del dentifricio e poi aggiungere gli oli essenziali fino a formare una pasta, da conservare in un barattolo perfettamente pulito, disinfettato e richiudibile e da spalmare sullo spazzolino con l’aiuto di un cucchiaino per l’uso.

 

Alcuni naturopati e cultori del naturale raccomandano il recupero di tradizioni millenarie: alcuni piccoli suggerimenti naturali

Al mattino sciacquare la bocca più volte con acqua fresca, oltre ai denti anche la lingua e la bocca vanno pulite.

In ayurveda si utilizza, appena svegli, il netta-lingua che rimuove la patina e i batteri che si annidano all’interno della bocca durante la notte. I medici ayurvedici utilizzavano i rametti di una pianta con proprietà disinfettanti come valido sostituto del filo interdentale, i dentisti consigliano il filo che è bene usare correttamente per non danneggiare i colletti gengivali.

Meno conosciuto e usato è l’idropulsore, un apparecchio che spruzza acqua ad intensità variabile da un beccuccio, che oltre a rimuovere residui di cibo può anche assolvere alla funzione di massaggio per le gengive.

 

Per togliere la placca strofinare delicatamente ogni dente con una pezzuola di tela avvolta sul dito indice: in questo modo non si corre il rischio di irritare i colletti gengivali. Una volta alla settimana, per prevenire la formazione di tartaro e sbiancare naturalmente i denti, la pezzuola può essere imbevuta di aceto di mele con l’unico accorgimento di non esagerare perché le sostanze acide intaccano lo smalto dei denti. In alternativa, strofinate sui denti la parte vellutata di una foglia di salvia, che assorbe bene la placca. La salvia è forse il più antico dentifricio, spesso usata in caso di infiammazioni per il suo potere calmante, emolliente e antibatterico.


 

Fitoterapia e rimedi popolari: un aiuto per le infiammazioni delle gengive, per il mal di denti, in caso di ascessi ed estrazioni 

 

In caso di gengive infiammate e/o sanguinanti è utile fare sciacqui con il decotto di malva (raffreddato) oppure con  acqua minerale (2 dita) a cui avrete aggiunto  20 gocce di tintura madre di malva e 20 gocce di tintura madre di salvia; fare 3 sciacqui al giorno tenendo il liquido in bocca per 10 minuti.

 

Per il mal di denti si può trovare sollievo applicando, sul dente dolente, una grossa foglia di malva fresca (si trova ovunque ed è facilmente riconoscibile), lavata e asciugata o in alternativa si possono usare foglie secche,  sbollentate e scolate. Anche triturare e tenere in bocca un chiodo di garofano o masticare due foglie di menta allevia il dolore.

 

Per le carie dovute a decalcificazione  ci può aiutare il macerato glicerinato di abete (abies pectinata M.G.) ha una funzione remineralizzante.

 

In caso di ascessi dentari una fetta sottile di cipolla infilata fra la gengiva e la guancia, dove è presente l’ascesso, allevia il dolore in attesa del dentista. Cambiare l’applicazione ogni mezz’ora.

 

L’OMEOPATIA: UN VALIDO AIUTO

 

Sotto prescrizione del medico omeopata, che in base ai sintomi potrà intervenire con il rimedio adatto, ecco le generalità di alcuni rimedi che spesso ricorrono nei disturbi dentali.

 

Per dolori acuti con una guancia calda e arrossata e l’altra fresca:  CHAMOMILLA. Il dolore è intenso e può essere scatenato da un trauma o una bevanda bollente. Questo rimedio è spesso utilizzato per i bambini in fase di dentizione che urlano, vogliono essere presi in braccio e presentano una diarrea verdastra.

 

CALCAREA PHOSPHORICA può essere presa in considerazione quando il quadro si presenta con dentizione lenta o difficile, associata a tosse e raffreddori, e seguita da, a dentizione ultimata, predisposizione alla carie.

 

Per dolori forti che non fanno dormire la notte e che migliorano con qualcosa di freddo in bocca o sulla parte e che peggiorano con i cibi caldi: COFFEA CRUDA. Altri sintomi del rimedio sono l’ipersensibilità al dolore e dolore che si irradia.

 

In caso di estrazione del dente, prima dell’estrazione prendere ARNICA.  Dopo l’estrazione Arnica allevia i dolori ai denti, le infiammazioni gengivali e i sanguinamenti dovuti alle terapie odontoiatriche, accelerando la guarigione ed evitando i gonfiori. I sintomi migliorano sdraiandosi e peggiorano con il movimento e con il minimo contatto.

 

Fra i sintomi di STAPHISAGRIA troviamo le carie associate a denti neri, mobili e dolenti al contatto. I sintomi peggiorano masticando e toccando l’area interessata.

Molti sono i rimedi che presentano sintomi relativi ai disturbi dentali, per questo è necessaria un’ attenta valutazione da parte dell’omeopata che prescriverà un rimedio sulla base di un quadro comprendente i sintomi fisici ma anche quelli mentali.



 

Scritto da Angela Ballarati.

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