TERAPIA con i DELFINI e INTELLIGENZA ANIMALE
Delfinoterapia: terapia assistita con delfini per bambini autistici
Cos'è esattamente la delfinoterapia e dove si pratica? Quali sono i comportamenti e le reazioni dei delfini in tutto questo?
Delfinoterapia: I bambini che soffrono d'autismo trovano aiuto nella terapia con i delfini
Chi sono i delfini, come vivono e perchè sono definiti intelligenti e sociali
Il delfino è un mammifero acquatico fra i più amati. Nell'immaginario collettivo, grazie ad una vasta letteratura soprattutto cinematografica, viene “umanizzato”.
Personalmente, ho potuto ammirarli da vicino seguendo spettacoli che li vedevano protagonisti, insieme a delle orche, dove facevano mostra della loro intelligenza unita alle doti acrobatiche. Credo che non parteciperò più ad uno spettacolo simile, pur sapendo che è l'unico modo per vederli da vicino, perchè ho maturato con gli anni l'idea che l'amore per gli animali significa rispettarli nel loro ambiente e che, molto spesso, tutto viene trasformato in una grande industria che vede come unico scopo il profitto. In quest'ottica e con questa prospettiva vengono perpetrate nefandezze vergognose a cui sottraggo volentieri il contributo del mio biglietto d' ingresso.
Dopo questa premessa che, per onestà intellettuale, ci tenevo a riferire, entriamo nel merito e vediamo un po', da un punto di vista anatomico e strutturale, le principali caratteristiche fisiche.
Cenni anatomici e alimentazione dei delfini
Il delfino è un cetaceo la cui vita media si aggira intorno ai 20/30 anni.
Presenta una lunghezza variabile fra i 200 e i 250 cm e un peso che va dai 70 ai 120 kg. E' un abile nuotatore che raggiunge, grazie al suo corpo estremamente IDRODINAMICO, la velocità di 45 Km/h ed è anche abilissimo a “cavalcare le onde”, senza sforzo muscolare, sfruttando i flussi del vento o delle prue delle navi.
La coda dei delfini rappresenta una caratteristica peculiare dei cetacei in quanto, a differenza degli altri pesci, si sviluppa in orizzontale.
E' un animale a sangue caldo che mantiene il calore grazie alle dimensioni maggiori, rispetto a quelli a sangue freddo, e allo spesso strato di grasso sottocutaneo.
La loro alimentazione comprende: pesci (aringhe...), calamari e crostacei a seconda della disponibilità. Il cibo viene inghiottito intero perchè i denti servono solo ad afferrarlo.
I delfini organizzano vere e proprie battute di caccia in gruppo e utilizzano il sonar per localizzare le prede, probabilmente anche per stordirle.
L'organizzazione è quella di una comunità
I delfini vivono in branchi, un'unità sociale coesa, anche per lunghi periodi e alcuni branchi si aggregano temporaneamente.
All'interno dei gruppi viene stabilita una rigorosa gerarchia sociale.
I gruppi familiari hanno generalmente come leader la femmina più anziana, ma durante la riproduzione il maschio dominante prende il sopravvento con una serie di comportamenti intimidatori tipo morsi e battiti di coda sull'acqua.
Il sistema sociale dei delfini è basato però anche sull'aiuto reciproco: è una questione di sopravvivenza. Poco prima della nascita, ad esempio, i delfini si riuniscono attorno alla futura madre per proteggerla dai predatori (orche e squali) oppure se un membro è in difficoltà, e incapace di nuotare, i compagni lo sorreggono portandolo in superficie a respirare.
I comportamenti atti a rinsaldare sempre di più l'unità del branco sono preponderanti all'interno della giornata.
Intelligenza: uomo e delfino a confronto
Anche se intelligenza è un termine che può significare molte cose è opinione comune che i delfini siano intelligenti. E' veramente così?
Alcuni studi hanno messo in relazione l'intelligenza con alcune caratteristiche del cervello.
Il cervello umano e quello dei cetacei sono comparabili in quanto a dimensioni.
Lo sviluppo della corteccia (in stretta relazione con l'intelligenza perchè sede della creatività e del ragionamento) è molto importante nei delfini e le sue funzioni di comando nel cervello superano quelle dell'uomo. Questo spiega le capacità eccezionali degli organi sensoriali.
Se consideriamo il peso (del cervello), in media, quello del delfino è maggiore.
Un altro fattore correlato all'intelligenza è il coefficiente di encefalizzazione, pari a 7,4 per l'uomo e 5,6 per il delfino.
Altre similitudini si riscontrano analizzando le sezioni del cervello dove è stata evidenziata una densità cellulare paragonabile a quella umana.
In sostanza, più o meno la stragrande maggioranza è convinta della superiorità intellettiva del delfino nei confronti di molte specie animali, ma “addirittura paragonarlo all'uomo ?!?!?”
Beh, sentite un po'.....
L'intelligenza di cui sono dotati li avvicina all'uomo più di altre specie animali, infatti gli studi hanno dimostrato che è pari, se non superiore, a quella delle scimmie antropomorfe che tanto somigliano ai nostri antenati.
Da altri studi, effettuati sui delfini in cattività, è emerso che sono in grado di imparare esercizi fisici complessi e soprattutto di rispondere a suoni diversi fatti dall'uomo modificando il loro comportamento al variare delle istruzioni ricevute.
Sorpresa: si hanno prove della trasmissione delle informazioni da un individuo all'altro e si ritiene che siano dotati di memoria e capaci di imparare un linguaggio.
La delfinoterapia o terapia assistita con i delfini
La DAT, terapia assistita con i delfini, è una terapia che prevede una stretta interazione con i delfini, nuotando con loro, in cattività o nel loro ambiente naturale.
E' una terapia proposta come trattamento e palliativo di malattie e invalidità.
Terapia molto giovane negli USA, i pionieri la praticano dagli anni 70, in Italia viene praticata nel delfinario di Rimini dal 1993.
La capacità dei delfini di interpretare dati nuovi e di agire di conseguenza può spiegare l'impressione che essi capiscano l'umore delle persone con cui entrano in rapporto. Chi si è immerso con loro, infatti, li descrive timidi, con chi ha timore (non si avvicinano mai troppo a chi mostra paura), giocosi con chi è più attivo e tranquilli con chi è rilassato.
Il “gioco” con il delfino e il contatto fisico apportano un livello diverso di comunicazione anche alle persone più chiuse in se stesse.
Per questo motivo vengono impiegati per gettare un ponte comunicativo con le persone affette da autismo. E' stato rilevato che si riesce, in qualche modo, a spezzare la gabbia dell'isolamento e dei comportamenti ripetitivi (i delfini inventano giochi e trucchi sempre nuovi) tipici degli autistici. L'autismo e la depressione sono i disturbi che meglio si prestano a questa terapia.
Ma i problemi di isolamento non sono le uniche patologie curabili con l'aiuto dei delfini.
I ricercatori del Dolphin Plus Centre in Florida hanno sottoposto con successo alla delfinoterapia anche i malati terminali, i paraplegici e le persone che hanno patito gravi amputazioni nonché ragazzi ciechi e sordociechi.
Il Delfinario di Rimini e i programmi per i bambini autistici
Nel delfinario di Rimini, i programmi per bambini autistici prevedono incontri preselettivi e colloqui degli psicologi con le famiglie, oltre a sessioni riabilitative con i ragazzi. Sono previsti anche incontri per adulti. Qui potrete trovare disponibile il loro sito.
La società per delfini e balene dell' America del Nord
Per dovere di cronaca, riporto alcune conclusioni della relazione della WDCS (Whale and Dolphin Conservation Society – North America) che ha chiesto il divieto della terapia assistita con i delfini perchè, oltre a non avere adeguati riscontri scientifici, preleva i delfini nel loro ambiente naturale e, dato il crescente numero di impianti dove si effettua la DAT, ha serie implicazioni nella conservazione e nel benessere di questi animali. Ultimo, la DAT è molto costosa mentre altre terapie disponibili sono più economiche e più facili da ottenere.
A voi le conclusioni finali!
Scritto da Angela Ballarati
Metti “mi piace” sulla mia pagina facebook: benessere natural-mente
SEGUI ANCHE IL MIO BLOG: https://aballar07.wixsite.com/naturalmente
Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a scopo informativo, si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare, evitare in caso di ipersensibilità accertata verso uno dei componenti. I suggerimenti e le indicazioni descritte in quest'articolo non intendono in alcun modo sostituire le terapie consigliate dal proprio medico curante. L'autrice non è responsabile delle possibili conseguenze legate all'incompleta od erronea interpretazione del testo. Le foto e i testi sono riproducibili altrove solo citando la fonte: blog e link attivo.