Viola mammola e viola del pensiero: spontanee e commestibili
I principi attivi della viola esplicano attività antinfiammatoria, emolliente, espettorante, lassativa, decongestionante, sudorifera e depurativa delle pelle
Sciroppo alla viola
La viola mammola, famiglia delle Violaceae, detta anche violetta o mammoletta, è una pianta erbacea perenne che raggiunge i 10-15 cm, ha foglie cuoriformi di colore verde scuro e fiori, a cinque petali, molto profumati che sbocciano alla fine dell’inverno, di colore blu-violetto.
E’ molto diffusa a scopo ornamentale.
Mességué: “Esistono diverse specie di viole che, per semplicità, suddivido in due gruppi. Quelle a tre petali superiori e tre inferiori (come la viola mammola o la violetta) e quelle che hanno quattro petali superiori ed uno inferiore (come la viola del pensiero). Le più diffuse sono le prime che troviamo in numerose varietà fra le quali troneggia la viola mammola. Il secondo gruppo comprende la viola del pensiero, la viola tricolore, la viola del pensiero gialla e altre, abbastanza diffuse allo stato selvatico …”
Tolosa è famosa come la città della violetta, dove viene impiegata per produrre caramelle, marmellate, pasta di fiori, cioccolatini, oltre che sciroppi e decotti.
Il suo nome scientifico è Viola odorata, famiglia delle Violaceae, e alcuni dei suoi nomi locali sono: Viola oppina in Lombardia, Zoppina in Veneto, Viola d’foss in Emilia, Mammoletta, Roseviole in Calabria …
Il suo profumo caratteristico è sfruttato dall’industria profumiera, ma anche da quella alimentare.
I fiori si raccolgono appena sbocciano, da febbraio a maggio, e si conservano, ben essiccati, in sacchetti di carta o tela. Secondo Mességué è meglio raccoglierli al mattino, col tempo asciutto, dopo la rugiada. Si essiccano, i fiori, all’ombra, perché mantengano il colore e il profumo.
Cosa contiene
La pianta, le foglie e i fiori, contiene acido salicilico e suoi derivati, mucillagini (10%), tannini, flavonoidi (rutina, violaquercitina, violantina), carotenoidi, glucosidi, saponine e oli essenziali responsabili del suo profumo inconfondibile.
Le radici sono fortemente emetiche (provocano il vomito).
Come si utilizza
La viola mammola è reperibile, essiccata, nelle erboristerie per la preparazione di tisane, ma anche come olio essenziale e sciroppo, molto spesso con altri componenti.
Come alimento è utilizzato nell’industria alimentare per gelati e caramelle, i suoi fiori sono utilizzati, canditi, in pasticceria.
Sia i fiori che le foglie sono commestibili.
Le foglie si raccolgono in inverno e si utilizzano crude nelle insalate, ma anche cotte nei timballi, torte salate, nelle minestre risultano addensanti. Il loro sapore è dolciastro.
I fiori, anche loro addensanti, si aggiungono alle insalate e sono leggermente lassativi.
Naturalmente raccoglietele in luoghi lontani da fonti di inquinamento, come quelli urbani.
Il decotto si prepara versando 5 g di fiori in 100 ml di acqua fredda. Si porta a ebollizione e si lascia sobbollire per 10 minuti, poi si filtra.
L’olio essenziale si ottiene per distillazione a vapore dei fiori e delle foglie.
Sciroppo. Lo sciroppo si trova in commercio e si utilizza sia per aromatizzare dolci o colorare e arricchire cocktail, ma anche per le benefiche virtù in caso di malattie da raffreddamento.
Si può auto-produrre, con questa semplice ricetta: mettere 10 g di fiori in 100 ml di acqua oligominerale e lasciar macerare per 24 ore. Filtrare, unire 200 g di zucchero e cuocere a fuoco minimo per 15 minuti mescolando affinché non attacchi. Lasciar raffreddare e travasare in vetro scuro.
Quando può essere utile
I principi attivi della viola esplicano attività antinfiammatoria, emolliente, espettorante, lassativa, decongestionante, sudorifera e depurativa delle pelle.
In caso di tosse e malattie da raffreddamento. I principi attivi della pianta esplicano attività antinfiammatorie, decongestionanti, emollienti, espettoranti e sudorifere. In questo caso può essere utile lo sciroppo o la tisana.
Per acne, eczemi, fragilità capillare ed eruzioni cutanee può essere d’aiuto il decotto da utilizzare come tonico sulla parte interessata oppure si miscela l’olio essenziale in olio di mandorle (30 gtt in 50 ml) per toccature sulla zona interessata.
Utile per la pelle grassa (per uso interno ed esterno), per le piaghe da decubito con cataplasmi sulla zona interessata, anche per maschere per il viso, purificanti e depurative.
Gli erboristi parlano di viola selvatica.
I fiori, essiccati, sono utili in caso di tosse, per le proprietà espettoranti.
Le foglie sono lassative.
Le radici possiedono proprietà emetiche (promuovono il vomito).
Mességué: “Nella famosa “Tisana delle 7 erbe”, sedativa delle infiammazioni dell’apparato respiratorio, la viola mammola costituisce uno degli ingredienti fondamentali con il papavero, la malva, l’altea, il tasso barbasso e il piede di gatto per curare e guarire raffreddori, angine, bronchiti, polmoniti, tossi convulse e altri malanni similari … le viole hanno la caratteristica di essere bechiche, cioè calmanti della tosse. In generale si rivelano calmanti e toniche ed il principio dolce (mucillagini), secreto dalle foglie, lenisce tutte le infiammazioni (interne o esterne), i disturbi agli occhi e le irritazioni dello stomaco e dell’intestino. Semi e rizomi sono emetici (provocano il vomito) e purgativi … “
CONTROINDICAZIONI. Non utilizzare in caso di ipersensibilità ad uno o più dei suoi componenti. Dosi elevate possono provocare diarrea e vomito. Prima di utilizzare consultare il medico.
Un po’ di storia
Gli antichi consideravano la viola un fiore sacro. Si cingevano la fronte per celebrare il dio Saturno e la consacravano al dio Pan (fauno nella mitologia romana), il grande fecondatore che rappresentava tutta la natura.
I greci e i romani la utilizzavano e ne apprezzavano le proprietà taumaturgiche (miracolose).
Ippocrate ne vantava le virtù per guarire i mal di testa, i disturbi conseguenti ai fumi dell’alcol, la malinconia, gli eccessi di bile, le infiammazioni delle vie respiratorie e i malanni della vista.
Il grande saggio arabo Meshué la riteneva lassativa, guaritrice dell’angina, lievemente ipnotica e attiva per curare i malanni del fegato.
Nel tempo, la viola, ha conosciuto, in popolarità e considerazione, alti e bassi anche se è sempre stata considerata un componente essenziale della farmacopea vegetale.
Viola del pensiero o viola tricolor
La viola del pensiero è una pianta erbacea annuale, a volte biennale, alta fino a 40 cm con una corolla formata da 5 petali.
Le foglie inferiori sono ovali con un lungo picciolo e quelle superiori sono lanceolate.
I fiori sono di un bellissimo colore blu intenso e giallo o viola pallido e bianco.
Il frutto è una capsula glabra di forma allungata racchiusa alla base. A maturità si apre in tre valve contenenti numerosi semi bruni.
Cresce spontanea negli incolti e nei campi di grano di tutte le aree temperate dell’Europa e dell’Asia.
Viene utilizzata spesso a scopo ornamentale nei giardini.
Le foglie e i fiori (la droga) si raccolgono in aprile-agosto, durante la fioritura, mentre le gemme in primavera.
Cosa contiene
I principi attivi contenuti sono: saponine, tannini, mucillagini (10%), vitamina C, carotenoidi, acido salicilico (0,3%), flavonoidi: viola xantina, violaquercitina, violamina.
Come si utilizza
La tisana: si ottiene versando 100 ml di acqua bollente su 4 g di fiori e foglie, coprire e far riposare per 10 minuti.
Decotto: si mettono 6 g di fiori e foglie in 100 ml di acqua fredda e si porta ad ebollizione; si lascia bollire per 10 minuti e si filtra.
Tintura madre: si macerano i fiori, per tre settimane, in una miscela di alcol alimentare e acqua. Si filtra e si utilizza, si trova già pronta nelle erboristerie.
Estratto secco: si trova in capsule, in vendita nelle erboristerie e farmacie specializzate, e si ottiene dalle foglie e dai fiori essiccati.
Macerato glicerinato: si ottiene dalle gemme della pianta che si macerano, per tre settimane, in una miscela di alcol e glicerina, si filtra e si diluisce in acqua, alcol e glicerina. Anche il macerato si trova già preparato nelle erboristerie.
Quando può essere utile
Per problemi di pelle perché i principi attivi della pianta possiedono proprietà lenitive. Utile in caso di acne, eczemi ed eruzioni cutanee. Si utilizza la tintura madre, l’estratto secco in capsule con periodi di sospensione e, per aumentare l’effetto, si può impiegare il decotto per lavaggi ed anche spennellature, acqua sterile e tintura madre al 20%, sulle zone interessate.
Nelle affezioni croniche viene indicato il macerato glicerinato di viola del pensiero (Viola Tricolor M.G.) anche in associazione con il macerato glicerinato di Ribes Nigrum.
Per la tosse ed il catarro è utile la tisana espettorante.
Per uso interno è depurativa, diuretica ed un blando lassativo.
Per uso esterno rientra, come componente, in formulazioni per ridurre le infiammazioni cutanee. Si fanno cataplasmi con le foglie fresche schiacciate per favorire la cicatrizzazione di piaghe e piccole ferite.
Alla viola del pensiero vengono attribuite anche proprietà sudorifere.
Alcuni ricercatori la ritengono utile in caso di crosta lattea dei bambini.
L’esperienza erboristica prevede l’impiego della varietà selvatica e non di quella coltivata.
Nella cosmesi popolare si prepara un infuso con ¾ di tazza di fiori di viola secchi o freschi e latte. Si lascia raffreddare e si utilizza per ammorbidire la pelle del viso e delle mani.
CONTROINDICAZIONI. Non utilizzare in caso di ipersensibilità ad uno o più componenti. Dopo l’utilizzo dell’infuso le urine assumono un odore sgradevole.
Scritto da Angela Ballarati
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